Le prime gare di selezione della stagione sono alle spalle e, di nuovo, non sono riuscito a performare come avrei voluto e come pensavo fosse possibile fino ad un paio di settimane fa.
La preparazione invernale era partita sullo slancio dei risultati positivi sul finire della scorsa stagione. Dopo le abituali analisi di fine stagione, la conclusione era che volevo avere una stagione 2022 all’insegna della normalità, cercando di ascoltare bene il corpo per evitare infortuni o malattie non necessarie, riducendo anche i rischi in generale e procedere con l’allenamento passo dopo passo senza volere strafare per raggiungere il mio livello normale e non per forza ottimale.
I primi mesi di novembre e dicembre sono proceduti piuttosto bene, del lavoro nel terreno per l’uni che costava un po’ di energia, ma gli allenamenti settimanale procedevano come voluto e anche ai cross vedevo la forma crescere passo dopo passo. A gennaio ho poi avuto i primi campi e mini-campi. Due volte abbiamo avuto blocchi sprint con la nazionale e per quasi due settimane mi sono allenato ad Aguiar da Beira in Portogallo, concentrandomi maggiormente sul bosco. Ancora una volta, è stato un mese positivo con la forma che migliorava sempre più.
Dal campo in Portogallo mi sono portato dietro un piccolo problema al tendine d’Achille che sono forse riuscito a tenere abbastanza sotto controllo durante questi mesi, riducendo ogni tanto un po’ l’allenamento, ma riuscendo a non farlo divenire troppo grave. Il campo con la nazionale in febbraio in Turchia è così stato un ottimo blocco di allenamento in cui sono riuscito a fare un carico di ore di C.O. e corsa come non avevo fatto da molto tempo.
Da marzo il focus si è poi spostato definitivamente sulle sprint e i primi veri test per la forma fisica sono andati ottimamente. Ai campionati svizzeri di cross ho avuto una di quelle rare giornate in cui sembra andare tutto per il meglio e così ad ottenere un inaspettato quarto posto. Ai test annuali con la nazionale ho pure superato bene i valori degli scorsi anni. La forma sembrava crescere e anche i confronti alle diverse sprint fatte con weekend ad Annecy e in Belgio mi davano quasi sempre la conferma che ero sulla via giusta.
Intorno al weekend ad inizio aprile in Belgio ho però iniziato a sentire la stanchezza accumulata e ho così avuto un raffreddore che mi ha un po’ fermato e rallentato, ma che sono però pure riuscito a gestire abbastanza bene e alle gare di Bremgarten la settimana seguente ero un po’ in ripresa. Sembrava quindi tutto pronto per un buon campo con la nazionale in Danimarca a Pasqua, ma dopo un giorno di allenamento mi sono ammalato maggiormente e così i miei allenamenti al campo sono finiti.
Di ritorno dal campo rimanevano nove giorni fino alle gare di selezione per la coppa del mondo sprint in Svezia di fine maggio. Sapevo che il corpo avrebbe avuto bisogno di alcuni giorni per riprendere a funzionare come vorrei, ma non sapevo quanti giorni sarebbero stati necessari e fino all’inizio delle gare non sembrava andare proprio tutto per il meglio. Con la speranza che questo cambiasse sono partito alle gare con il solo obiettivo di dare il meglio di me stesso e fare i conti alla fine.
I risultati delle gare sono poi stati piuttosto brutti, nonostante avessi dato tutto fisicamente, al momento non bastava ancora, e con delle prestazioni tecniche più o meno stabili il venerdì, ma insufficienti alle sprint individuali della domenica non ho raggiunto l’ultimo obiettivo che mi rimaneva, sapere di avere fatto il meglio che potessi in questa serie di gare.
Così, un’altra volta la stagione primaverile si è risolta in una delusione, nonostante abbia cercato in diversi modi di mantenere il controllo per almeno arrivare ad esprimere il mio potenziale alle gare di selezione, ancora una volta non ci sono riuscito. Qualche errore, forse un po’ di sfortuna, ma alla fine la situazione non cambia, non mi sono qualificato per quello che mi sembrava l’obiettivo un po’ più realistico della stagione e ora devo voltare pagina e concentrarmi sulla C.O. nel bosco.
Per concludere e iniziare queste fasi c’è stato uno degli appuntamenti che attendo maggiormente durante l’anno, la Tiomila. Quest’anno forse ancora di più è stato bello cambiare un po’ ambiente e passare i giorni con la squadra di Pyrintö prima e durante le gare, è bello potere fare parte di questa squadra. Anche se la mia prestazione in prima tratta, per me la prima volta ad una grande staffetta, è stata deludente, è stato bello seguire i miei compagni di squadra e quelli della prima squadra fare delle belle gare in questo bel terreno.
(Foto di copertina by F. Avonturen)