I primi mesi di allenamento invernale sono alle spalle e un po’ di lavoro da fare ne rimane ancora, prima di iniziare (forse) la stagione con le gare di selezione per gli europei sprint casalinghi a Neuchâtel.
La preparazione ha avuto un inizio molto difficoltoso. Dopo dieci giorni di allenamento, mi sono ritrovato ko senza capire bene cosa potesse essere successo. Vista la situazione attuale sono subito andato a farmi testare per il coronavirus, ma come pensato, questo è risultato negativo. Nonostante ciò, la situazione non è migliorata e un’analisi dal medico ha determinato una sinusite, così che mi è toccato prendere anche un antibiotico e continuare a stare fermo per due/tre settimane. Non era proprio quello che volevo, dopo avere già fatto la pausa stagionale rigorosamente fermo al 100%.
Verso metà dicembre ho poi riiniziato a muovermi così che per Natale ero abbastanza pronto per potere fare sci di fondo in Engadina come da tradizione, provando pure gli sci da classico quasi dieci anni dopo la prima volta. Ho così potuto fare un primo vero blocco di allenamento, oltre a studiare e lavorare per l’uni, pure come da tradizione. Ad inizio gennaio abbiamo poi avuto un blocco di allenamenti sprint nella Svizzera orientale, prima di fare i miei due esami all’uni e consegnare l’ultimo lavoro del semestre.
Allo stesso tempo mi sono spostato nel sud della Spagna, dove ho avuto la possibilità di svolgere alcuni allenamenti di qualità, riducendo il rischio di infortunio grazie alle temperature più alte, con un piccolo gruppo di atleti della nazionale.
Di ritorno dal campo ho poi svolto un altro piccolo blocco di allenamenti sprint con la nazionale in Alsazia prima di passare una settima a Tenero, dove si sono alternati allenamenti di corsa di pura pianura con allenamenti di C.O. con poca pianura. La salita si è poi aggiunta la settimana seguente quando ho passato un po’ di tempo a casa e correndo sui sentierini attorno a Sagno, e scoprendone pure di nuovi.
Questa fase di allenamento ho poi potuto valutarla con il test annuale della nazionale sul tapis roulant. Sia in pianura che in salita ho potuto stabilire dei record personali della prestazione massima, e pure altri valori sembrano essere ad un buon livello. Questo conferma un po’ le sensazioni avute durante l’inverno con una crescita della forma passo dopo passo, dopo l’inizio difficile. Il livello non è però ancora quello dei migliori e la speranza è di potere continuare di questo passo sia per la prossima stagione che a lungo termine, e sfruttare al meglio le possibilità che mi saranno date.
La prossima possibilità sarà il campo della nazionale a Fontainebleau settimana prossima, che mi permetterà di vedere dei nuovi terreni sassosi oltre che a continuare a lavorare sulle sprint. Anche questo campo, come tutte le attività svolte finora con la nazionale sarà svolto così che ci si muoverà in piccoli gruppi così da creare sempre piccole bolle seguendo le varie misure di protezione e le regole per gli sportivi d’élite. Si soggiorna poi spesso individualmente in posti diversi, così che i contatti con gli altri sono ridotti quasi a zero. Oltre a ciò, il test negativo prima della partenza non può mancare, così che pian piano ho potuto provare le varie tecniche di utilizzo dei bastoncini nel naso. Ma anche questo viene fatto volentieri, se permette di svolgere almeno degli allenamenti per prepararci al meglio per la prossima possibile stagione, anche se le attività sono molto diverse dagli anni scorsi.
Con l’inizio del nuovo semestre dell’uni tornerò poi ad avere abbastanza da fare anche al di fuori degli allenamenti, ma spero di continuare a fare crescere la forma allenamento dopo allenamento.