In questo primo articolo sul mio autunno al Nord presento soprattutto le varie gare e esperienze vissute tra settembre e ottobre, dal primo weekend a Mikkeli, ai mondiali militari in Spagna (anche se non è al Nord 😉).
Prime gare e subito gare di selezione
A fine agosto, con l’arrivo delle prime gare della seconda parte di stagione, l’autunno ha già iniziato a fare capolino in Finlandia con i primi alberi che hanno iniziato a colorarsi di marrone, giallo e arancione. Dopo un primo weekend vicino a Mikkeli con una gara middle e una staffetta in terreni simili alla Jukola dell’anno prossimo, era subito tempo per le gare di selezione per la coppa del mondo in Finlandia.
Sono arrivato a questo weekend con diversi punti di domanda su cosa fossi veramente capace di fare. Le sensazioni erano che dopo la lunga estate al Nord avessi ottenuto alcuni miglioramenti sia tecnicamente che fisicamente. Il problema era che non era quasi mai riuscito a mettere assieme tutti i pezzi del puzzle negli allenamenti veloci e anche le gare di Mikkeli non mi hanno dato un feedback particolarmente positivo. Allo stesso tempo, anche lì, dopo un’analisi più precisa avevo visto che c’erano molte cose buone. Sono così partito alle gare di selezione con la sensazione di dovere fare qualcosa in più del normale per riuscire ad agguantare un posto per la coppa del mondo e questo si è rilevato, in una situazione simile agli ultimi due anni, l’approccio sbagliato. La freschezza nelle gambe con il giusto riposo appena prima delle gare mi ha permesso di spingere e sentirmi meglio rispetto alle settimane precedenti, ma non sono riuscito ad avere la calma nei momenti giusti per evitare grandi errori inutili. Alla resa dei conti, forse anche solo un errore in meno, per esempio, nella middle sarebbe stato sufficiente per non ritrovarmi nuovamente come riserva per le gare di coppa del mondo. E anche la selezione per i campionati del mondo militari (CISM) non ha potuto veramente compensare la delusione.
Ripensando a dove ero un anno fa, vedere che con delle gare normali pulite avrei potuto essere alla coppa del mondo, può essere un fatto molto positivo, visto che allora non sapevo se volessi più veramente tentare ancora a fondo di qualificarmi nel bosco. Ma quando arrivi così vicino ad una possibilità del genere e sai che forse non ci saranno più così tante situazioni simili in futuro fa male, e lo fa ancora di più sapendo esattamente nella tua testa di avere riconosciuto il momento critico nel bosco ma non avere reagito correttamente.
Nonostante tutto, in qualche modo sono riuscito a reagire più velocemente rispetto agli altri anni e a trovare del positivo dalla situazione per vivere al meglio tutte le possibilità delle settimane seguenti.
Campo a Kuopio, campionati finlandesi e un batterio
Subito dopo le gare di selezione sono rimasto a Kuopio per fare ancora alcuni allenamenti nella zona dove si svolgeranno i campionati del mondo l’anno prossimo. Indipendentemente dai CM, è stata una buona possibilità per rimettermi subito al lavoro e cancellare i pensieri del weekend precedente.
Purtroppo, ad inizio campo ho iniziato anche ad avere una reazione sul braccio di cui ho immagino l’origine avendo già sentito storie di batteri che possono attaccare la pelle nei boschi del Nord, ma che non è stato facile guarire. Il tutto è peggiorato sempre di più e ha richiesto molto tempo ed energia per trovare aiuto medico, così che solo dopo due settimane si è trovata una soluzione con antibiotico durato un ulteriore settimana. Tutto questo ha reso difficile concentrarmi per bene proprio quando c’era uno dei weekend che attendevo maggiormente per questi mesi in Finlandia: i campionati middle (quali al mattino e finale al pomeriggio) e i campionati a staffetta. È stato uno dei pochi momenti veramente bagnati di quest’autunno e il programma intenso non è stato facile da gestire. Dopo essermi qualificato per la finale A, cosa tutt’altro che facile con il grande numero di concorrenti, nella finale ho fallito quello che era uno dei test generali per fare il punto della situazione dopo alcuni mesi al Nord. Fisicamente non è andata per niente bene, forse anche indebolito dall’infezione, ma non sono soprattutto riuscito ad accettare la situazione e fare del mio meglio nelle condizioni date, e questo è il minimo che devo raggiungere per essere contento del mio resultato. La staffetta del giorno seguente ha dato un feedback parzialmente più positivo, anche se un grande errore ha cancellato molto di quello ben fatto.
Dopo questo weekend difficile ho cercato di ricaricare le batterie il più possibile in vista di un’altra highlight, i campionati finlandesi in notturna nella zona del Pikku-Syöte. Era un’avventura già a partire dal viaggio con 7h30’ di auto più ulteriori pause per arrivarci da Tampere. Grazie alla buona compagnia in auto il viaggio è passato più veloce di quanto pensassi, e, finalmente, il cambio di paesaggio avvicinandosi all’obiettivo mi ha fatto capire che sarebbero stati un paio di giorni da incorniciare. Con una meteo perfetta, sole e cielo azzurro tutti i giorni, i paesaggi con boschi più aperti, grandi paludi e alberi sempre più colorati era tutto proprio da cartolina. Le gare in questi terreni impegnativi, di notte, sono poi state la ciliegina sulla torta. Dopo una qualifica catastrofica dove la mancanza di sicurezza di notte dopo non avere quasi corso notturne per un anno e mezzo si è fatta sentire, sono comunque riuscito a qualificarmi a pelo per la finale A. Qui abbiamo ricevuto qualcosa di veramente speciale. Una gara in un parco nazionale cartografato per la prima volta, con solo due o tre sentieri in tutta la carta e un bosco selvaggio, inizialmente molto profondo e sassoso e alla fine molto veloce e con più forme del terreno. Penso sia stata una delle sfide orientistiche più grandi che abbia mai avuto e ha richiesto molta determinazione. Nonostante una gara tutt’altro che pulita, il risultato è stato piuttosto buono rispetto alle uscite precedenti, ma l’intera avventura di questa trasferta è forse uno dei momenti più speciali di questi 5 mesi.
Tante (gare di) CO e divertimento in compagnia
Dopo i weekend di campionati ho provato ad allenarmi ancora un po’ più intensamente oltre ad andare a vedere le gare di coppa del mondo, in modo da provare a fare ancora bene alle ultime staffette della stagione e ai CISM.
A inizio ottobre ho corso la Halikko-viesti, una staffetta di 15 persone in cui le squadre sono formate da persone di tutte le età. Le aspettative sul terreno sono state un po’ deluse, ma con la nostra squadra di Pyrintö siamo riusciti a finire al secondo posto che fa sempre piacere, così come passare un po’ di tempo con tutte le persone della società. Il giorno seguente vi era infatti anche la finale della viestiliiga, una serie annuale di staffette, e ho potuto collezionare un’esperienza un po’ diversa in prima tratta, visto che era da tanto tempo che non la correvo più in una gara così importante.
Subito dopo questo weekend, con un gruppo di ragazzi di Punakone siamo stati alcuni giorni in Svezia passando del buon tempo in compagnia prima di affrontare l’ultima grande staffetta della stagione a sud di Stoccolma, la 25manna. Erano un paio di anni che non riuscivo più a partecipare e non vedevo l’ora di correrla per l’ambiente con squadre formati da atlete e atleti di tutte l’età generalmente in un bosco abbastanza veloce ma con zone più interessanti tecnicamente. Quest’anno ero selezionato nella seconda squadra per correre l’ultima tratta. Dopo una lunga attesa seguendo i compagni di società delle varie squadre da inizio mattina ad inizio pomeriggio, è arrivato il mio turno di partire. La mia gara è andata abbastanza bene tecnicamente, senza particolari errori e in generale buone scelte sfruttando i molti sentieri della zona. Fisicamente non mi sentivo al meglio con un inizio di raffreddore che ha reso le sensazioni di corsa non buone, ma all’arrivo ero contento di vedere che la mia prestazione era stata buona anche comparando con altri forti atleti sulla stessa tratta ed ero contento di avere guadagnato alcune posizioni per la mia squadra.
Dopo il rientro in traghetto in Finlandia era subito tempo di lasciare il Nord per la prima volta dopo quattro mesi per andare ai CISM in Spagna. Era la prima volta che vi partecipavo e sapevo di dovermi aspettare un ambiente e un’organizzazione un po’ diversa dalle gare internazionali a cui avevo partecipato finora. Nella squadra svizzera c’è sempre una leggerezza maggiore e non vi è troppa pressione, anche se si vuole sempre fare il meglio possibile nel momento della gara. Si ha inoltre più tempo da passare in compagnia con la squadra dopo le gare per staccare un po’ la spina. Penso che questa maggiore tranquillità non sia un male, perché permette di godere dell’evento senza stress e spesso di performare anche meglio di quando si corre con più pressione. Le gare erano interessanti, con zone più belle e altre meno belle. L’organizzazione in generale ha funzionato, anche se qualche lungo ritardo nelle partenze delle staffette, per esempio, non era forse ideale, ma l’abbiamo preso con umore. Le mie prestazioni sono state stabili, ma nel bosco è mancata almeno una gara veramente ottima per essere piazzato ancora un po’ meglio in classifica, come spesso avvenuto durante tutto l’autunno. Nella sprint relay ho invece corso una tratta molto buona di cui sono molto felice e che mi da fiducia in vista del futuro.