La stagione nazionale e internazionale 2022 è terminata e diverse analisi e riflessioni sono state fatte durante le ultime sttimane. Dopo quest’altra annata con troppi alti e bassi, più bassi che alti, è infatti necessario capire su cosa lavorare esattamente e eventualmente cambiare per dare un cambio di rotta agli ultimi anni.
Come avevo descritto nell’ultimo articolo di ormai diversi mesi fa, la preparazione invernale era andata piuttosto bene come spesso accaduto negli anni precedenti, ma alle prime gare importanti sono arrivato poco dopo essere stato malato e così incapace di performare come riuscivo ancora solo un paio di settimane prima. La ripresa è stata difficile, il corpo e la testa hanno impiegato diverse settimane per ringranare come si deve.
A giugno, almeno fisicamente, vi è stata una parziale ripresa. Andare due settimane in Finlandia, anche se questa volta la Jukola non ha purtroppo regalato fino in fondo le solite grandi emozioni, ha aiutato a cambiare un po’ ambiente e tipo di allenamenti e a dare dell’energia positiva.
Ad inizio luglio ho così affrontato le gare di selezione per gli europei con una minima speranza in più rispetto a quanta ne avessi poche settimane prima. In realtà, queste gare sono finite molto negativamente. Anche se fisicamente avevo probabilmente il livello necessario per lottare per un posto in Estonia, testa e tecnica non hanno funzionato per niente e i risultati ne sono stati la conseguenza. Il colpo è stato duro e ci ho messo un attimo a riorientarmi. Mi sono così focalizzato sulle ultime gare di selezione dell’anno di inizio settembre partendo per sette settimane a Pontresina per prepararmi come potevo per il terreno alpino. Ho potuto da un lato godere dell’Engadina come sempre, dall’altro lato non tutto è andato come speravo, ammalandomi nuovamente e con la testa che non riusciva a liberarsi totalmente dai mesi precedenti.
Le gare di avvicinamento ad agosto sono state un po’ un su e giù, ma nelle ultime due/tre settimane prima delle gare di selezione sono riuscito a focalizzarmi su ciò che era necessario e ad arrivare alle gare che contavano sentendomi per una volta pronto quanto necessario. Nel Toggenburgo sono così riuscito a fare due gare stabili considerando la pressione che mi ero messo. Nonostante i buoni piazzamenti questa volta non è bastato per qualificarmi per la finale di coppa del mondo a Davos. È stata una delusione, ma d’altro canto avevo anche io stesso nelle mani diverse possibilità di fare uno o due punti meglio e probabilmente la situazione sarebbe stata diversa.
Per finire la stagione ho deciso di sfruttare la buona forma che spesso arriva in autunno per provare a fare una buona gara alla Morat-Fribourg qualche giorno dopo avere finito il mio master in geografia a Zurigo. Un buon risultato alla Wildspitzlauf la settimana prima mi ha confermato che la forma c’era. Il giorno della gara sono riuscito a fare una bella prestazione ottenendo un bel 9° posto generale e potendo salire sul podio degli svizzeri al 4° rango dietro ad alcuni dei migliori corridori svizzeri di livello anche internazionale.
La stagione 2022 si è così chiusa ancora una volta in crescendo come spesso mi accade e sarebbe facile dire come negli anni scorsi di riprendere semplicemente con questo slancio. Ma questa volta penso sia necessario trarre le giuste conclusioni per fare i giusti cambiamenti per ridare slancio alla mia carriera. Le difficoltà di questo anno mi hanno fatto riflettere su diversi punti e sento che la voglia di tentare di raggiungere qualcosa di importante c’è ancora, ora serve risolvere le difficoltà soprattutto mentali-tecniche che mi hanno limitato in questi ultimi anni.
In stagioni così difficili è sempre importante potere contare su chi mi sostiene in qualsiasi forma per potere ripartire anche dopo le difficoltà più grandi. Ci tengo quindi a ringraziare ancora una volta tutti quelli che nonostante tutto mi sostengono e spingono a provarci fino in fondo!