Domani inizieranno le gare di selezione per i campionati europei sprint di Neuchâtel, ma questa volta non sarò alla partenza. L’ultimo periodo è stato difficile e la decisione è caduta ormai una decina di giorni fa. Dopo che nell’ultimo articolo guardavo con un certo ottimismo al proseguimento della preparazione per la stagione, le cose sono cambiate velocemente.
Il campo di allenamento con la nazionale in Francia non è finito come avremmo voluto dopo diversi giorni di allenamenti interessanti. Alcuni di noi hanno contratto il coronavirus e io ero fra questi. Sono quindi seguiti dieci giorni di isolamento durante i quali ho cercato di guarire il meglio possibile, non sono stato particolarmente male, un po’ di mal di gola, ma comunque un po’ di stanchezza vi era. Una volta finiti i giorni di isolamento, e visto che i sintomi erano scomparsi da alcuni giorni, ho riiniziato ad uscire e a correre un po’. Le prime corse sono state abbastanza dure con stanchezza e dolori muscolari, già nei primi giorni sentivo qualcosa di strano nella gamba, ma pensavo le gambe dovessero semplicemente riabituarsi ai colpi della corsa. Dopo sei giorni avevo però male anche salendo le scale a casa e da lì sono iniziate due settimane di continue prove di corsa e piccole pause o giri in bici. Il dolore non era quasi più presente, soprattutto quando correvo mi sentivo bene, ma una risonanza magnetica prima di partire per il campo della nazionale in Cechia ha mostrato una leggera reazione da stress di grado 1 nell’inizio della tibia. Questo ha significato cambiare i miei piani il giorno prima della partenza e tornare sulla bici e passare la Pasqua a casa in Ticino.
La gestione di questo periodo non è facile con un continuo su e giù ogni volta che sembra migliorare qualcosa e forse riiniziare nella giusta direzione, arriva qualcosa che rende le cose nuovamente difficili. Per 5-6 settimane fino all’esito della risonanza non ho potuto veramente allenarmi, ho fatto due allenamenti veloci, prima di dovere concentrarmi nuovamente sul lasciare riposare le gambe il più possibile nella settimana di Pasqua, e questo ad una decina di giorni dalle gare di selezione. È così che ho dovuto prendere una decisione su cosa fare, ed è stato molto difficile in quanto a questi europei in casa tenevo molto, e potevano essere i miei primi campionati da élite. È però prevalsa l’idea che i rischi di un peggioramento dell’infortunio rispetto alle possibilità di qualificarmi correndo solo una parte delle gare erano alti, e dovere poi riiniziare tutto il processo da capo sarebbe stato ancora più difficile.
E così devo ritrovare la via sulla quale indirizzarmi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, non c’è ancora niente di veramente chiaro ed è difficile mancare un appuntamento al quale si teneva molto e che per una volta sembrava realistico con una normale preparazione. Ma qualcosa verrà deciso e nel frattempo si deve andare avanti con università e un po’ di bici.